Come eliminare il tartaro dai denti nero e bianco in modo efficace

rimuovere il tartaro dai denti
icona calendario 7 Luglio 2023     icona categoria Estetica Dentale

Avere un sorriso bello e sano è importante non solo per l’aspetto estetico ma anche per la salute delle persone.  In Dental Factor, siamo fermamente convinti che un bel sorriso sia  il miglior biglietto da visita di una persona che può aiutare nelle relazioni in qualsiasi ambito. Da sempre, puntiamo a ribadire l’importanza di prendersi cura della propria salute orale, non solo per una questione estetica, ma soprattutto per il benessere generale.

Oggi affrontiamo un argomento di fondamentale importanza per la salute del nostro sorriso: come rimuovere il tartaro dai denti, sia nella sua forma bianca che nera. Si tratta di un problema molto comune tra i nostri pazienti, che spesso si trovano a dover affrontare le conseguenze negative di un accumulo di placca batterica sui denti.

Il tartaro, oltre a compromettere l’estetica del sorriso, può portare a problemi più seri come carie, dolori dentali, ascessi e, nei casi più gravi, alla parodontite, nota anche come piorrea. Indipendentemente dal colore, bianco o nero, la rimozione del tartaro è un passo fondamentale per mantenere sana la bocca.

In questo articolo, l’attenzione sarà focalizzata su metodi e consigli per prevenire la formazione del tartaro e per rimuoverlo in modo efficace. La rimozione del tartaro non solo migliora l’aspetto del sorriso, ma è essenziale per prevenire problemi dentali più seri. Si tratta quindi di un’importante tappa nel viaggio verso un sorriso splendente e sano.

Cos’è il tartaro

Il tartaro, noto anche come calcolo dentale, è un deposito duro che si forma sulla superficie dei denti e sotto la linea gengivale, a seguito della mineralizzazione della placca batterica sedimentata. Quest’ultima è una sostanza vischiosa e trasparente, simile a una pellicola traslucida, che si compone di batteri, cellule morte e residui alimentari, e si accumula sui denti dopo ogni pasto.

Se la placca batterica non viene rimossa tempestivamente mediante una corretta igiene orale, si indurisce e si calcifica, dando origine al tartaro. Questo processo di calcificazione può avvenire già dopo 8 ore dalla formazione della placca, rendendo pertanto cruciale la pratica di spazzolare i denti almeno tre volte al giorno, preferibilmente dopo ogni pasto.

A differenza della placca, il tartaro è notoriamente più difficile da rimuovere, dato che aderisce fortemente alla superficie dentale. La sua presenza può portare a varie problematiche di salute orale, come carie, gengivite e parodontite.

Vuoi approfondire: Tartaro sui denti: tutto quello che devi sapere dalla A alla Z

Tipi di tartaro:sopragengivale e sottogengivale

Il tartaro si divide comunemente in due tipologie: sopragengivale e sottogengivale.

  • Il tartaro sopragengivale è il più comune e si forma sulla superficie visibile dei denti.
  • il tartaro sottogengivale si sviluppa nel solco gengivale, ossia l’area tra il dente e la gengiva. Quest’ultimo tipo, spesso accompagnato da arrossamento ed infiammazione della gengiva, è particolarmente pericoloso poiché può portare a gravi patologie come la parodontite.

Nota: Per prevenire la formazione del tartaro è fondamentale mantenere una rigida routine di igiene orale che comprenda l’uso del filo interdentale, il lavaggio dei denti almeno tre volte al giorno e visite regolari dal dentista. Ricordiamo infatti che, nonostante un’accurata pulizia domestica, dopo circa 7 ore i residui di placca possono risultare difficili da rimuovere con un semplice spazzolino.

Da un punto di vista scientifico, l’accumulo di tartaro è spesso correlato a fattori genetici, abitudini alimentari e stile di vita, per cui la prevenzione rappresenta sempre la migliore strategia.

Composizione del tartaro

Come anticipato, il tartaro è costituito prevalentemente da composti minerali, più precisamente è composto per l’80% circa da sali inorganici, tra cui spiccano fosfato, calcio e sodio, mentre il restante 20% è costituito da altre sostanze.

Per una comprensione più approfondita, è utile sottolineare che il tartaro si compone principalmente di due parti: una inorganica e una organica.

  • Componente inorganica: principalmente costituita da fosfato tricalcico, un sale del calcio che contribuisce alla durezza e alla resistenza del tartaro. Questa caratteristica rende il tartaro particolarmente ostico da rimuovere senza l’intervento di uno specialista.
  • Componente organica: principalmente costituita da batteri. Questi microorganismi sono i principali responsabili della formazione di carie e parodontite. Questa miscela di componenti inorganiche e organiche solidifica attorno ai denti, causando una serie di problemi di salute orale che verranno dettagliatamente illustrati nel seguito dell’articolo.

È importante sottolineare che, nonostante la presenza di composti naturali come il calcio e il fosfato nella sua composizione, il tartaro non ha alcuna funzione benefica per la salute orale. Al contrario, la sua presenza può provocare una serie di patologie dentarie e gengivali, rendendo quindi fondamentale una corretta e frequente igiene orale per la sua prevenzione.

Le cause della formazione del tartaro

Una scarsa o impropria igiene orale rappresenta la causa principale della formazione del tartaro. Esistono tuttavia altri elementi che possono contribuire a rendere più rapida la trasformazione della placca batterica in tartaro, come, per esempio, la presenza di denti storti.

Chi possiede denti non perfettamente allineati potrebbe incontrare ostacoli maggiori nel mantenere puliti gli spazi interdentali, aumentando, di conseguenza, la possibilità di formazione di tartaro a lungo termine.

Bisogna considerare che anche le modifiche nella produzione e nella composizione della saliva possono avere un impatto significativo sulla genesi del tartaro. La saliva, infatti, agisce come un detergente naturale del cavo orale, ostacolando l’adesione della placca batterica ai denti. Se per qualche ragione, come può essere una malattia metabolica o l’uso di droghe, la produzione salivare si riduce, la sua funzione di pulizia risulta compromessa, rendendo più arduo il controllo autonomo della formazione di placca e aumentando il rischio di accumulo di tartaro.

Inoltre, il pH e la composizione della saliva possono avere un ruolo nel facilitare la comparsa del tartaro. Un ambiente orale acido, ad esempio, dovuto a un basso pH salivare, crea le condizioni ideali per la crescita dei batteri responsabili della placca e del tartaro.

Il tartaro può formarsi anche sui denti da latte?

Placca e tartaro sono nemici anche dei denti dei bambini; la loro formazione potrebbe portare all’insorgere di problemi più gravi andando a colpire le gengive.

In presenza di tartaro è assolutamente raccomandabile una visita dentistica o da un igienista così da risolvere il problema.

Sempre a proposito della dentatura di un bambino, al primo sviluppo dei denti permanenti è molto utile recarsi da un dentista per l’applicazione di apposite paste protettive utili alla difesa dello smalto nell’età più giovane dove tendenzialmente è difficile che vi sia una regolare pulizia data la scarsa consapevolezza delle conseguenze.

Come eliminare il tartaro sui denti

Spesso le persone non prestano la dovuta attenzione alla pulizia di quegli angoli nascosti della bocca, come la superficie interna (linguale) degli incisivi inferiori, luoghi dove il tartaro trova un terreno fertile per formarsi.

Non è raro che i pazienti si presentino in studio affermando di aver rilevato la presenza improvvisa di tartaro, persino di colore scuro, pur mantenendo un’igiene orale quotidiana. Questa situazione si verifica solitamente quando l’igiene orale professionale non viene eseguita con la dovuta regolarità, ad esempio limitandosi a un intervento ogni anno o anche meno.

L’approccio più efficace per eliminare il tartaro dai denti è quello di sottoporsi a sessioni di detartrasi, un procedimento che prevede la rimozione meccanica del tartaro sopragengivale e sottogengivale con specifici strumenti odontoiatrici. Gli unici professionisti qualificati a eseguire l’ablazione del tartaro sono l’odontoiatra e l’igienista dentale.

Non è raro sentir parlare di metodi casalinghi o fai da te per la rimozione del tartaro. Tuttavia, queste soluzioni vanno assolutamente evitate: potrebbero causare danni seri ai denti e, in ogni caso, non offrono alcun beneficio tangibile.

Per i pazienti affetti da parodontite, è particolarmente importante sottoporsi a sedute di detartrasi eseguite da un parodontologo. L’efficacia di una sessione di ablazione del tartaro, infatti, dipende interamente dalla competenza del professionista

Ablazione del tartaro: il procedimento

Durante la seduta, l’esperto può ricorrere a diverse tecniche e strumenti specifici per la rimozione del tartaro.

Uno dei metodi impiegati prevede l’utilizzo di strumenti manuali specializzati, che consentono di rimuovere i residui di tartaro dalla superficie dei denti. In alternativa, o in aggiunta, si può ricorrere a dispositivi meccanici come l’ablatore. Quest’ultimo è caratterizzato da una punta metallica che, grazie all’azione degli ultrasuoni, vibra e permette l’eliminazione delle formazioni tartariche più resistenti.

Al termine del trattamento, per garantire un risultato ottimale, viene applicato un gel contenente fluoro per lucidare e levigare la superficie dei denti, restituendo loro un aspetto brillante e sano.

Prevenzione del tartaro

Inutile dire che il modo migliore di prevenire il tartaro è tenere una corretta igiene orale quotidiana e spazzolare i denti nel modo corretto con un movimento che va dal rosa delle gengive verso il bianco dei denti.

Prevenire la formazione del tartaro è un obiettivo che richiede impegno quotidiano e attenzione verso la propria igiene orale. Qui di seguito sono riportate alcuni consigli efficaci per mantenere la bocca sana e prevenire la comparsa del tartaro:

  • Spazzolamento dei denti regolare e accurato: Un corretto spazzolamento dei denti deve essere effettuato almeno due volte al giorno, preferibilmente dopo i pasti. Si consiglia di utilizzare uno spazzolino con setole morbide e un dentifricio contenente fluoro, movendo lo spazzolino in modo delicato e preciso su tutte le superfici dentali.
  • Uso del filo interdentale: Il filo interdentale è uno strumento indispensabile per rimuovere i residui alimentari e la placca batterica negli spazi tra i denti, dove lo spazzolino non riesce ad arrivare. L’utilizzo del filo interdentale dovrebbe far parte della routine di igiene orale quotidiana.
  • Sciacqui con collutorio: L’uso di un collutorio antibatterico può aiutare a rimuovere i batteri residui dopo lo spazzolamento e l’utilizzo del filo interdentale, contribuendo alla prevenzione della formazione del tartaro.
  • Alimentazione equilibrata: Una dieta ricca di zuccheri e carboidrati raffinati favorisce la crescita dei batteri che producono placca. Limitare il consumo di questi alimenti e preferire quelli ricchi di vitamine, minerali e fibre, come frutta, verdura e cereali integrali, può contribuire a mantenere la salute orale.
  • Visite odontoiatriche regolari: Una visita di controllo dal dentista o dall’igienista dentale ogni sei mesi è fondamentale per monitorare lo stato di salute della bocca e intervenire tempestivamente in caso di problemi. Durante la visita, l’igienista potrà effettuare una pulizia professionale dei denti, eliminando la placca e il tartaro che si sono eventualmente formati.

Ricordiamo che, sebbene sia importante cercare di prevenire il tartaro a casa, la pulizia professionale da parte di un dentista o di un igienista dentale è l’unico modo per rimuovere completamente il tartaro già formatosi. Adottando queste buone pratiche, si avrà un ruolo attivo nella prevenzione del tartaro e, più in generale, nel mantenimento di una buona salute orale.

Eliminare il tartaro con i rimedi naturali

Nonostante si possano trovare in rete molteplici rimedi casalinghi per l’eliminazione del tartaro, è fondamentale sottolineare che la rimozione di questa formazione calcificata è un’operazione che deve essere effettuata esclusivamente da un dentista o da un igienista dentale attraverso un processo chiamato detartrasi.

Tuttavia, esistono alcune pratiche di routine che, se integrate nella nostra igiene quotidiana, possono contribuire a preservare una bocca pulita e in salute:

  • Alimentazione consapevole: Alcuni alimenti, specialmente frutta e verdura crude come sedano, carote e mele, grazie alla loro ricchezza in fibre e alle proprietà salutari, contribuiscono a un’auto-pulizia naturale dei denti. Altre sostanze alimentari benefiche includono i mirtilli, ricchi di antiossidanti che contrastano i batteri cariogeni, il tè verde, la cui abbondanza di catechine ha effetti antibatterici e antinfiammatori, e le cipolle, che grazie a un composto solforato possiedono proprietà antibatteriche.
  • Sciacqui complementari: Oltre alla pratica fondamentale dello spazzolamento e dell’uso del filo interdentale, ci sono rimedi naturali che possono integrare l’igiene orale. Ad esempio, si possono effettuare sciacqui con olio di sesamo o di girasole, utili per disintossicare il cavo orale, oppure con una miscela di acqua ossigenata e bicarbonato, che può contribuire alla pulizia dei denti e al controllo dell’acidità.

Ricorda, però, che queste pratiche non possono sostituire il ruolo fondamentale di una pulizia professionale eseguita dal dentista o dall’igienista dentale, che rimane l’unico metodo efficace per rimuovere completamente il tartaro una volta formato. Mantenendo queste abitudini salutari, potrai tutelare la tua salute orale e prevenire l’accumulo di tartaro.

dentista Paolo Francesco Orlando

Dott. Paolo Francesco Orlando

Chirurgo implantologo e odontoiatra che vanta una grande esperienza anche nell’innesto di impianti con poco osso. Iscritto all'ordine dei medici di Firenze con iscrizione albo di n. 967 si occupa di implantologia dentale e ortodonzia.

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