Come curare la parodontite

come curare la parodontite
icona calendario 12 Febbraio 2023     icona categoria Odontoiatria

La parodontite, chiamata anche piorrea, è una malattia degenerativa che danneggia e distrugge i tessuti di sostegno del dente.

Ad oggi,risulta una malattia dei denti tra le più frequenti, un’infiammazione dei tessuti di sostegno:  gengive, dente, osso alveolare e legamento parodontale. Questi elementi circondano i denti e vengono comunemente chiamati parodonto.

Questa malattia si presenta quando nel solco tra gengiva e dente si accumula la placca batterica che genera la formazione della tasca parodontale, ovvero uno spazio dove si accumulano e proliferano i batteri.

Una delle pricipali cause della parodontite è la cattiva igiene orale; infatti la malattia si forma per colpa di un eccessivo accumulo di placca batterica nel solco tra il dente e la gengiva, la quale favorisce la nascita della tasca parodontale, uno spazio dove si accumulano i batteri.

Per questo motivo è importante lavare i denti tutti i giorni dopo aver mangiato e effettuare almeno 2 volte l’anno l’igiene orale dal proprio dentista.

Nei casi più gravi la parodontite può portare alla perdita definitiva dei denti: edentulia parziale (perdita di uno o più denti) o edentulia totale (perdita di tutti i denti).

parodontite con grave edentulia

Gli studi e le ricerche mediche condotte in merito, hanno dimostrato che circa il 60% delle popolazione italiana, è affetta da parodontite. Si tratta di una percentuale molto alta in relazione alla media di molti altri problemi psico-fisici.

La parodontite colpisce indistintamente persone di tutte le età anche se con percentuale maggiore gli uomini e le donne tra i 34 e i 45 anni, hanno molte più probabilità di contrarla.

La prevenzione è una delle componenti più importanti in relazione alla cura della parodontite oltre a soluzioni come terapia laser con microscopio, l’intervento parodontale e il curettage gengivale.

Come si manifesta la parodontite

denti con parodontite

La parodontite, è presente da molti anni, ma con il passare del tempo, si è evoluta e le sue caratteristiche di composizione e i sintomi relativi sono cambiati.

Viene definita come un’infezione in quanto la sua origine è legata a una problematica batterica che attacca il parodonto, in particolare le strutture e i tessuti dei denti.

Trattandosi di un disturbo che differisce a seconda del paziente in cui si manifesta, il grado di infezione e il tasso di pericolosità possono cambiare in relazione all’individuo.
La parodontite attacca tutti i tessuti e tutte le strutture e può essere identificata in molteplici modi.

Il primo stadio di sviluppo sotto cui si presenta la parodontite equivale nel singolo a una gengivite, il livello più grave e pericoloso, invece, corrisponde alla paradentosiche culmina proprio con la perdita dei denti.

Sanguinamento e un arrossamento delle gengive senza la presenza di tasche parodontali stanno probabilmente a indicare la presenza di una gengivite, malattia reversibile che va curata velocemente prima che degeneri in parodontite.

Spesso capita che i pazienti si accorgono dei sintomi della patologia e decidono di rivolgersi a uno specialista, solo nel momento in cui la malattia si presenta nella fase acuta, già particolarmente dannosa.

Come riconoscere la parodontite: i sintomi

sintomi della parodontite

I principali sintomi della parodontite sono:

  • Gengive rosse, infiammate e ritirate;
  • ipersensibilità al caldo e al freddo;
  • recessione gengivale;
  • sensazione di avere i denti che si muovono;
  • alitosi;
  • sanguinamento delle gengive;
  • ascessi gengivale;

Quando le gengive si ritirano lasciano la parte della radice del dente scoperta e soggetta allattano dei batteri; ne consegue una mobilità dei denti, l’aumento della distanza tra questi e il sanguinamento gengivale.

Inoltre è molto frequente anche l’improvvisa formazione di ascessi gengivali che provocano un forte dolore.

I sintomi della parodontite sono specifici e particolarmente gravi, non bisogna sottovalutarli ne tanto mento ignorarli, in quanto con il passare del tempo la situazione potrebbe peggiorare notevolmente comportando la perdita dei denti o la nascita di nuovi disturbi legati alla cavità orale.

Oltretutto, la cavità orale identifica una delle componenti dell’organismo più sensibili e delicate, soprattutto in relazione alle diverse infezioni batteriche.

Ignorare e trascurare anche il più piccolo dei sintomi può provocare danni irreversibili che attaccano le difese dell’organismo causando ulteriori problematiche fisiche.

Oltretutto vi può essere anche un aggravamento della malattia.

È di fondamentale importanza ricordare che la maggior parte dei sintomi particolarmente dolorosi, si sviluppano nella fase tardiva e più complessa della malattia, si tratta di una condizione che dipende soprattutto dallo stato e dal grado di sviluppo della stessa.

Una delle principali considerazioni da fare è quella di rivolgersi al trattamento e alla cura di un dentista, competente e che conosca al meglio la malattia così da poter operare in modo funzionale, isolando ulteriori effetti collaterali o problematiche.

Oltretutto è necessario fare dei frequenti controlli dal dentista per effettuare l’igiene o delle semplici pulizie.

In questo modo, è possibile arginare e contrastare molteplici delle infezioni che originano questo tipo di disturbi, prevenire è meglio che curare.

Naturalmente per curare la parodontite e per un percorso funzionale, bisogna scegliere un dentista particolarmente competente, che possa soddisfare in modo ottimale le esigenze del paziente.

Se stai cercando un esperto in parodontologia puoi rivolgerti agli studi dentistici Dental Factor dove troverai il Professor Paolo Francesco Orlando esperto parodontologo, che ha creato un apposito protocollo per curare questa patologia in modo minimamente invasivo.

Diagnosi

L’individuazione della malattia e dei relativi sintomi non è sempre semplice come si pensa, ad esempio, nei fumatori, è più difficile individuare questo sintomo in quanto la nicotina e le sostanze introdotte con il fumo, contrastano attivamente il sanguinamento delle gengive.

Per diagnosticare la parodontite è necessario sottoporsi a un esame obiettivo da un dentista esperto in parodontologia.

Cause della parodontite

Trattandosi di un’infezione orale, la parodontite può essere generata da molteplici fattori ai quali bisogna prestare particolare attenzione, affinché il disturbo non diventi estremamente pericoloso.

Una delle cause principali della parodontite è sicuramente la scarsa igiene orale o un modo non corretto di lavarsi i denti.

Se non si lavano i denti dopo ogni pasto, la placca batterica si deposita sullo smalto e dopo circa otto ore subisce un processo di mineralizzazione che la trasforma in tartaro (una materia dura attaccata allo smalto che non può essere rimossa con lo spazzolino).

È proprio in questo momento che iniziano a formarsi le tasche parodontali e inizia a manifestarsi dapprima la gengivite e infine la parodontite.

Ovviamente la cattiva igiene non è l’unico elemento che innesca un processo di parodontite.

Tra le principali cause della parodontite troviamo:

  • scarsa igiene orale
  • insorgenza del tartaro
  • accumulo eccessivo di placca batterica
  • fumo
  • eccessivo consumo di alcol
  • assunzione di sostanze
  • diabete
  • ereditarietà genetica
  • malattie sistematiche

La parodontite può svilupparsi anche dalla gengivite quando questa non viene trattata.

Si tratta di un disturbo provocato in particolare dall’accumulo di placca batterica all’interno della cavità orale, soprattutto al di sopra e sotto al bordo gengivale.

Questa condizione può causare danni irreversibili alle componenti della cavità orale, ai tessuti e alle ossa.

Oltretutto questi particolari danni possono provocare anche la separazione tra i denti e le gengive, in questo modo si vanno a creare degli spazi vuoti al cui interno può formarsi molta placca e di conseguenza subentrano ulteriori infezioni.

Se non trattata, la parodontite può causare e provocare instabilità dentale tanto da comportare la caduta dei denti o la loro rimozione forzata.

Quali sono i sintomi della parodontite apicale

Si tratta di una tipologia di piorrea che si sviluppa all’interno dei canali e si dirama lungo tutti i tessuti periapicali manifestandosi come visto in precedenza.

Soprattutto ad aggiungersi è un forte dolore durante la masticazione e il movimento della mascella, che risulta difficoltoso e difficile da eseguire in maniera normale.

La polpa dentale si presenta pertanto come necrotica e infetta, a causa dell’utilizzo di alcune tipologie di medicinale, di un’alimentazione scorretta, di una scarsa igiene orale e della presenza di placca che non viene adeguatamente rimossa ogni giorno con lo spazzolino e periodicamente da un professionista del settore.

Quando la patologia si presenta in forma acuta iniziamo a proliferare velocemente i batteri, ma la problematica principale è che potrebbe esserci una totale assenza di dolore che impedisce di correre dal medico ai primi sintomi.

In tal modo l’infezione ha tempo di progredire e quando ci si accorge della sua presenza potrebbe essere già troppo tardi.

La differenza tra questa tipologia e la parodontite classica è essenzialmente il luogo dove si sviluppa, poiché in tal caso è di origine endodontica e riguarda la parte della polpa ricca di nervi, vasi sanguigni e capillari.

Sono quindi i canali a trasportare l’infezione e diffonderla all’interno della bocca, provocando gravi conseguenze per il sorriso e per la salute orale dell’individuo.

Perché agire con una devitalizzazione del dente

Se l’infezione riguarda essenzialmente la polpa e la piorrea è di tipo apicale, una delle soluzioni migliori è quella di devitalizzare il dente, perché la pratica agisce proprio su questa parte.

Non è però detto che in tal caso il dolore tenda a sparire del tutto, poiché l’infezione batterica potrebbe provocare nel tempo importanti fastidi se non viene scelta una terapia di cura.

Il trattamento endodontico è il più indicato perché va proprio ad eliminare la zona infetta fino alla radice, scavando in profondità fino a che trova tessuto necrotico o comunque contaminato.

Se si agisce in tempo è quindi possibile che la lesione ossea venga riassorbita completamente e si possa tornare a una condizione di normalità all’interno della bocca.

In cosa consiste la parodontite cronica

In tal caso stiamo parlando di un’infiammazione di tutti quanti i tessuti che interessano il parodonto.

Essendo ormai una patologia intrinseca della cavità orale porta nel corso del tempo alla totale distruzione dell’osso sottostante il dente e alla sua caduta.

Nonostante la perdita sia lenta e progressiva, è altamente probabile che si verifichi esattamente come descritto, costringendo l’individuo a dolorose operazioni di ricostruzione della parte perduta.

In tal caso la motivazione più evidente è la presenza di un batterio, che si forma quando i residui di cibo restano per troppo tempo sulla superficie del dente o all’interno delle cavità, trasformandosi nel giro di 24 ore in tartaro e danneggiando notevolmente ciò a cui questo è ancorato.

Esistono vari stadi della patologia, che può essere affrontata semplicemente rimuovendo il tartaro, devitalizzando il dente o nei casi più estremi estraendolo per poi andarlo a sostituire con una capsula.

Vuoi eliminare il tartaro? Leggi: Come togliere il tartaro dai denti

Cure naturali

Esistono elementi in natura in grado di lenire i sintomi, rendere meno evidente il dolore e portare a una completa guarigione della parte.

Ci si riferisce ad esempio a piante come la salvia, la propoli, il tarassaco, l’aloe vera, la betulla e l’eleuterococco.

Si tratta di principi attivi che si occupano di sfiammare e combattere la presenza dei batteri, senza portare alcun effetto collaterale secondario all’intero organismo.

Anche le persone più sensibili e soggette ad allergie potranno in questo modo curarsi nella maniera adeguata e beneficiare di tutti i vantaggi che una terapia di questo genere può portare.

Aggiungiamo alle componenti sopracitate anche il pepe nero, che si occupa di rinforzare le gengive e renderle meno soggette ai possibili attacchi dei batteri.

Nel caso in cui questo genere di sistema non dovesse funzionare adeguatamente in un lasso di tempo ragionevole è opportuno rivolgersi in fretta a un medico specializzato, che decida se intervenire in maniera conservativa oppure passare direttamente all’operazione chirurgica.

Curare la parodontite: le soluzioni migliori

In studio, molti pazienti che hanno questa problematica, ci chiedono se è possibile e come curare la parodontite?

La risposta è si, la parodontite si può curare con i giusti trattamenti.

Trattandosi di un disturbo articolato e diffusosi ormai da molti anni, è stato possibile sperimentare e analizzare diverse modalità di cura e molteplici trattamenti.

Uno dei migliori metodi sperimentati negli ultimi anni per la cura della parodontite, prevede l’utilizzo di microscopio e laser parodontale.

Si tratta di strumenti molto efficaci e funzionali in quanto particolarmente attendibili.

Vanno utilizzati con continuità, in questo modo, è possibile prevenire e soprattutto far regredire la malattia.

Il microscopio identifica uno dei migliori strumenti mai impiegati in ambito medico, è estremamente preciso ed efficace, consente infatti di trattare le radici malate senza necessariamente ricorrere all’apertura delle gengive.

La tipologia di laser utilizzata, inoltre, è molto valida per l’eliminazione completa dei batteri patogeni che si dispongono all’interno della cavità orale, generando le infezioni.

Spesso le zone trattate o da trattare, non sono facilmente raggiungibili, per questo è essenziale ricorrere ad altre tipologie di trattamenti.

Uno dei vantaggi relativi all’impiego del laser per la cura della parodontite, è sicuramente il fatto che consiste in un trattamento indolore e che non necessita di alcun tipo di anestesia.

Questa modalità risolutiva, contrasta attivamente il sanguinamento delle gengive e riesce a chiudere in modo ottimale gli spazi creati tra queste e i denti.

Specifiche cure della parodontite prevedono l’impiego degli antibiotici, terapie chirurgiche e diversi farmaci.

Questi però, riescono ad agire solo su batteri superficiali, in quanto incapaci di arrivare in profondità.

Frequentemente, infatti, queste modalità di cura riescono solo ad attutire il disturbo, ma non a eliminarlo.

L’operazione chirurgica

Capita piuttosto spesso di arrivare dal dentista quando ormai la situazione non può essere più arginata con una semplice rimozione del tartaro, quindi è necessario optare in breve tempo per un’operazione di tipo chirurgico.

Lo scopo è quello di modellare e sistemare l’osso andando a rimuovere l’infiammazione che si è sviluppata al di sotto, arrivando fino a dove possibile per non lasciare alcuna traccia dei batteri.

Successivamente è possibile procedere co0n un approccio rigenerativo, che prevede l’utilizzo di biomateriali e membrane che vanno a stimolare nuovamente la formazione di nuove parti dell’osso e della gengiva sovrastante.

Dopo aver estirpato il tartaro, infatti, le gengive potrebbero essersi ritirate nel tempo e sarebbe auspicabile promuove una loro rinascita nel breve e medio periodo.

Il laser

Se non si intende sottoporsi a una vera e propria operazione chirurgica è possibile ricorrere a questa modalità di intervento, distinguendo tra il macchinario che si occupa dei tessuti molli e quello che va invece ad agire sulle parti più dure.

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Altre soluzioni

Quanto le tasche parodontali sono molto profonde (superano i 5 mm) potrebbe essere necessario ricorrere a un intervento parodontale, un apposito intervento di chirurgia orale attraverso il quale è possibile rimuovere tutti i batteri presenti nella tasca parodontale.

Nell’intervento parodontale viene incisa la gengiva fino a raggiungere la parte più profonda della tasca dove sono annidati i batteri.

A questo punto si procede all’eliminazione dei batteri e alla disinfezione di tutta la zona colpita, dopodiché si procede a richiudere la ferita con dei punti di sutura.

Se le tasche parodontali non superano i 5 mm allora si può ricorrere al curettage gengivale, ovvero la rimozione dei tessuti molli dalla tasca parodontale.

Il curettage avviene tramite un apposito strumento chiamato curette con il quale si raschia la tasca parodontale per rimuovere i tessuti molli e ripulire anche l’eventuale radice esposta del dente.

Quanto costa curare la parodontite

Il trattamento della parodontite si sviluppa soprattutto in relazione alla prevenzione, di conseguenza, il paziente deve seguire una serie di specifici trattamenti a seconda delle proprie esigenze e necessità.

Questi trattamenti vengono eseguiti presso studi dentistici da medici competenti che, in relazione a un’analisi attenta dei sintomi e degli effetti sui pazienti, suggeriscono specifici percorsi di recupero e di prevenzione.

I costi sono quindi variabili, a seconda del percorso intrapreso e dei trattamenti scelti.

Bisogna poi considerare le diverse visite, i controlli, gli esami, le sedute di igiene e le terapie.

È inoltre consigliabile effettuare dei controlli dentistici almeno una volta ogni sei mesi, così da tenere sotto controllo le condizioni della cavità orale, contrastando possibili problematiche.

È quindi necessario prendere un appuntamento presso il dentista scelto e sottoporsi alle visite di controllo.

Che alimentazione seguire in caso di parodontite

Se vi accorgete che i sintomi della patologia sono già presenti, iniziate a introdurre una maggiore quantità di frutta e verdura nella vostra dieta, così da assumere vitamina C.

Nello stesso modo non dimenticate pesci ed olio derivante dall’animale ma soprattutto cibi ricchi di calcio, che si occupa proprio di rinforzare parti del corpo come i denti.

Il suggerimento è di spazzolare i denti subito dopo aver mangiato, evitando così l’accumulo di cibo negli spazi e sulla superficie.

Passate accuratamente il filo interdentale e periodicamente sottoponetevi a una pulizia più accurata eseguita da un vero professionista del settore.

Evitate infine i cibi duri se le gengive sono gonfie e infiammate, poiché peggiorereste solo la situazione.

Parodontite nei bambini

Come anticipato precedentemente, la parodontite colpisce in particolar modo donne e uomini di età compresa tra i 35 e i 45 anni, nonostante questa condizione, però, è scientificamente provato che anche i bambini e gli adolescenti, possono essere colpiti da questa malattia dentale.

Per questo motivo, è necessario prevenire il disturbo sin dall’età infantile, educando i bambini e gli adolescenti in modo adeguato.

Questi necessitano di seguire un’igiene orale costante e di sottoporsi a sedute mediche, presso studi dentistici.

Come prevenire la parodontite

Come già accennato, una delle cure più efficienti è rappresentata sicuramente dalla prevenzione, questa può definire precocemente un’attenta analisi dei sintomi e delle cause all’origine del disturbo, permettendo di curare e trattare il problema isolando ulteriori complicazioni.

La pericolosità di questa malattia è delineata in particolare dal fatto che consiste in un problema a lungo termine, che può quindi provocare altre infezioni.

Se si dovessero riscontrare episodi come alito cattivo frequente, sangue dopo aver lavato i denti e gengive arrossate, è necessario non ignorare questa tipologia di eventi ma analizzarli attraverso delle visite da dentisti competenti.

Oltretutto il dentista può anche scegliere e consigliare i migliori trattamenti per evitare che il problema peggiori e per favorire il completo recupero del paziente.

All’interno di uno studio medico, inoltre, si può entrare anche in contatto con gli igienisti, figure professionali molto valide anche per consigliare le corrette tecniche e modalità di igiene orale, per preservare la cavità e per salvaguardare la salute.

Le modalità di prevenzione che negli anni si sono rivelate più efficienti sono:

  • prestare particolare attenzione ai sintomi della malattia
  • praticare una corretta igiene orale, soprattutto dopo i pasti
  • sottoporsi a frequenti sedute di igiene professionale, presso un professionista o medico specializzato

Vuoi approfondire: come prevenire la parodontite

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dentista Paolo Francesco Orlando

Dott. Paolo Francesco Orlando

Chirurgo implantologo e odontoiatra che vanta una grande esperienza anche nell’innesto di impianti con poco osso. Iscritto all'ordine dei medici di Firenze con iscrizione albo di n. 967 si occupa di implantologia dentale e ortodonzia.

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