Ponte dentale

ponte dentale
icona calendario 2 Giugno 2025     icona categoria Estetica Dentale

Il ponte dentale rappresenta una delle soluzioni più efficaci e rapide per ripristinare il sorriso in caso di perdita di uno o più denti. Se stai valutando come sostituire i denti mancanti e vuoi evitare un intervento chirurgico come limpianto dentale, questa opzione potrebbe fare al caso tuo.

Oltre a migliorare l’estetica del sorriso, il ponte dentale consente di recuperare correttamente le funzioni masticatorie e fonatorie compromesse dall’assenza dentale. Si tratta di una protesi fissa che si ancora ai denti adiacenti per colmare gli spazi lasciati dai denti persi, offrendo una soluzione stabile e naturale senza ricorrere all’inserimento di radici artificiali.

In questa guida assieme al dott. Paolo Francesco Orlando, dentista e chirurgo implantologo presso Dental Factor,  approfondiremo tutto quello che c’è da sapere su questa tecnica: quando è indicata, come si applica, i vantaggi e gli svantaggi, la differenza con gli impianti e come prendersene cura per farla durare nel tempo.

Se devi mettere un ponte dentale puoi rivolgerti a Dental Factor e al Dott. Paolo Francesco Orlando. Per fissare una visita puoi mandare una mail a info@dentalfactor.it oppure chiamare il numero 055 26 98 788

Cos’è e a cosa serve un ponte dentale

Il ponte dentale è una protesi fissa la cui funzione è quella di sostituire uno o più denti mancanti. 

Si tratta di uno dei più comuni interventi di restauro odontoiatrico, capace di garantire risultati ottimali sia in termini estetici che funzionali; a seconda della situazione complessiva del paziente, il dentista potrà consigliare se preferirlo o meno ad un impianto dentale. 

Successivamente vedremo nel dettaglio quali sono le differenze principali tra un ponte dentale e un impianto dentale e quando conviene scegliere l’uno oppure l’altro.

Nello specifico, un ponte dentale è un dispositivo costituito da due capsule che si ancorano ai due denti adiacenti a quello mancante (detti ‘denti pilastro’), e da uno o più denti ‘finti’ (detti ‘elementi intermedi’) che vanno a sostituirsi a quelli mancanti (o estratti). 

In questo modo, il ponte copre completamente lo spazio vuoto derivante dall’assenza di uno o più denti. 

Affinchè il ponte possa ancorarsi correttamente ai denti pilastro, questi ultimi devono essere limati e ridotti di volume, talora anche devitalizzati. 

Il ponte dentale può essere realizzato con diversi materiali, i più comuni dei quali sono quelli in ceramica, in metallo-ceramica, in zirconio-ceramica e in porcellana. 

Quante tipologie di ponti dentali esistono?

Quando si parla di ponte dentale, è importante sapere che ne esistono diverse tipologie, ciascuna con caratteristiche specifiche pensate per rispondere a esigenze funzionali, estetiche ed economiche diverse. I ponti dentali possono essere classificati sia in base alla struttura che al materiale con cui sono realizzati.

Classificazione strutturale dei ponti dentali

  • Ponte tradizionale: è il tipo più comune. Si ancora ai denti naturali adiacenti tramite corone dentali. È indicato quando i denti accanto a quello mancante sono sani e abbastanza forti da supportare la protesi.
  • Ponte su impianti: viene fissato su impianti dentali e rappresenta la soluzione ideale quando non ci sono denti naturali vicini al dente mancante.
  • Ponte a sbalzo: si ancora solo da un lato, utilizzando un solo dente pilastro. È indicato in casi specifici e generalmente non viene usato nei settori anteriori per la sua minore resistenza.
  • Ponte Maryland: detto anche ponte adesivo, utilizza una struttura metallica o in ceramica con piccole alette che si fissano alla parte posteriore dei denti adiacenti. Viene spesso impiegato per la sostituzione di denti anteriori grazie alla sua minima invasività.

Classificazione dei ponti in base ai materiali

  • Ponte in metallo-ceramica: è composto da una base in metallo rivestita in ceramica. Offre una buona resistenza e un’estetica soddisfacente, rendendolo una delle scelte più diffuse.
  • Ponte in ceramica integrale: è interamente realizzato in ceramica. Garantisce un’estetica eccellente ed è molto indicato per la zona frontale, dove il risultato visivo è fondamentale.
  • Ponte in zirconia: sfrutta le qualità dello zirconio, un materiale altamente resistente e biocompatibile. Combina estetica naturale e grande durevolezza nel tempo.
  • Ponte in resina composita: è una soluzione economica e temporanea, meno resistente rispetto agli altri materiali. Viene spesso utilizzata in attesa di una protesi definitiva.

La scelta della tipologia di ponte dentale più adatta viene effettuata dal dentista dopo un’attenta valutazione dello stato di salute del cavo orale, delle esigenze estetiche e funzionali del paziente e del budget disponibile.

Quando mettere un ponte ai denti

L’applicazione di un ponte dentale risulta particolarmente utile per risolvere alcune problematiche:

  • problemi a carico della funzione masticatoria e fonetica del paziente dovuti all’assenza di uno o più denti;
  • aspetto estetico rovinato dalla mancanza di uno o più denti;
  • spostamento dei denti sani adiacenti allo spazio lasciato vuoto dai denti mancanti.  

Il ponte dentale viene suggerito dal dentista in diversi casi, e in particolare quando:

  •  i denti pilastro non sono più perfettamente sani, e anzi risultano alterati nella forma o nel colore: in questo caso limarli e coprirli con una capsula può essere addirittura vantaggioso;
  • il paziente non voglia (o non possa, per importanti ragioni di salute) sottoporsi ad un intervento chirurgico: l’installazione del ponte dentale è infatti un’operazione rapida e indolore;
  • non c’è abbastanza osso e quindi, per installare un impianto dentale, sarebbero necessarie importanti manovre rigenerative dell’osso. 

Come si attacca il ponte ai denti naturali?

Il ponte dentale viene fissato ai denti naturali adiacenti tramite corone protesiche. Questi denti, chiamati denti pilastro, vengono prima preparati mediante limatura per ridurne il volume e consentire l’inserimento preciso delle corone. Questo passaggio è fondamentale per garantire una stabilità ottimale del ponte e un adattamento funzionale all’arcata dentale.

Una volta che i denti pilastro sono pronti, il ponte dentale — composto dalle due corone laterali e dal dente artificiale centrale — viene cementato in modo permanente, assicurando un risultato duraturo sia dal punto di vista estetico che funzionale.

Quando i denti naturali non sono sufficienti o sono completamente assenti, è possibile ricorrere a un ponte su impianti dentali. In questo caso, la struttura viene ancorata su radici artificiali in titanio, garantendo comunque un’elevata stabilità e una resa estetica eccellente.

Come si mette un ponte dentale

Il ponte dentale viene applicato in tre fasi:

  • cura dell’area e preparazione dei denti pilastro;
  • raccolta dell’impronta dentale e costruzione del ponte;
  • installazione del ponte dentale.

Vediamole nel dettaglio:

In una prima fase il dentista si preoccupa di curare adeguatamente l’area del dente o dei denti mancanti, e prepara i denti pilastro limandone lo smalto e riducendoli di dimensione, fino a quando saranno adeguati per l’inserimento delle capsule.

Le capsule sono una sorta di ‘cappuccio’ che viene inserito sui denti pilastro, fondamentale per ancorare correttamente il ponte dentale; queste capsule riproducono perfettamente l’aspetto dei denti che vanno a ricoprire.

Nella seconda fase, il dentista prende le impronte dentali del paziente applicando una pasta sulla mascella e dando vita ad un calco che viene poi consegnato all’odontotecnico che realizzerà la protesi. 

In attesa che il ponte sia pronto, il dentista solitamente applica al paziente una protesi temporanea.

Infine, nella terza fase, il dentista procede ad installare il ponte dentale: le capsule vengono inserite sui denti pilastro attraverso un collante (detto ‘cemento’) e i nuovi denti finti vanno a colmare lo spazio precedentemente vuoto. 

Questa fase è molto veloce: in un paio di appuntamenti, il dentista controlla che il ponte dentale non dia problemi, che l’arcata superiore e inferiore coincidano perfettamente e, se necessario, fa qualche piccolo aggiustamento. Il lavoro è concluso.

Quante sedute sono necessarie per installare un ponte dentale?

L’installazione di un ponte dentale richiede generalmente due o tre sedute presso lo studio dentistico:

  1. Prima seduta: Preparazione dei denti pilastro mediante limatura e, se necessario, devitalizzazione. Viene poi presa un’impronta dentale per la realizzazione del ponte su misura.
  2. Seconda seduta: Prova del ponte definitivo per verificarne l’adattamento e l’occlusione. Se tutto è conforme, il ponte viene cementato in posizione.
  3. Eventuale terza seduta: Controllo finale e eventuali aggiustamenti per garantire il comfort e la funzionalità ottimale.

Il tempo totale per completare il trattamento può variare da una a tre settimane, a seconda della complessità del caso e del tipo di ponte scelto.

Vantaggi e svantaggi di un ponte dentale

Abbiamo visto che il ponte dentale è una soluzione molto valida per sostituire denti mancanti e risolvere quindi varie problematiche a carico della bocca, sia da un punto di vista estetico che funzionale.

Vediamo ora quali possono essere i vantaggi e gli svantaggi di un ponte dentale. 

I principali vantaggi sono i seguenti: 

  • da un punto di vista estetico, il ponte dentale è una soluzione perfetta: la protesi riproduce perfettamente la tinta dei denti naturali del paziente, restituendo un effetto naturale che la rende indistinguibile dagli altri denti;
  • il costo di un ponte dentale è notevolmente inferiore rispetto a quello di un impianto;
  • il ponte è utilizzabile per sostituire uno o più denti, fino ad un totale di cinque;
  • le tempistiche di realizzazione del lavoro sono molto rapide e poco invasive.

I possibili svantaggi sono invece questi:

  • per poter ottenere un perfetto ancoraggio della protesi, come abbiamo visto è necessario  limare i due denti adiacenti a quelli mancanti. Qualora si tratti di denti sani, bisogna considerare che questa operazione di fresatura li ‘sacrificherà’ a favore del lavoro finale. 
  • quando vi è un dente mancante, l’osso della gengiva con il tempo comincia progressivamente a ritirasi: più questo processo avanza, maggiore sarà la difficoltà in un secondo momento ad installare un impianto dentale. 

Differenze tra ponte e impianto dentale

Sia il ponte che l’impianto sono delle protesi volte a sostituire uno o più denti mancanti. 

Pur essendo il risultato simile, dato che entrambe le tipologie di protesi vanno a coprire perfettamente l’assenza di denti, in realtà vi sono grandi differenze tra ponte e impianto dentale.

La principale differenza è che il ponte dentale prevede un ancoraggio delle protesi ai denti preesistenti, che per accogliere le capsule vanno quindi limati e ridotti di volume, mentre l’impianto viene fissato alle ossa della mascella e della mandibola, creando una perfetta integrazione con il tessuto osseo del paziente.

L’impianto dunque lascia intatti i denti pilastro, particolare di non poca importanza qualora si tratti di denti sani; anche qualora questi fossero estremamente malati, il ponte dovrebbe essere escluso perchè questi denti non sarebbero in grado di accogliere gli impianti e garantire la tenuta dell’impianto. 

Sarà il dentista, sulla base delle caratteristiche anatomiche, della salute generale e delle esigenze del paziente, a suggerirgli quale tipologia di intervento sia più adatta alla sua situazione, orientandolo verso una scelta o l’altra. 

Senza dubbio, hanno importanza nella decisione finale anche la differente lunghezza e invasività delle due procedure (l’impianto richiede tempi più lunghi e  rappresenta una vera e propria operazione chirurgica) e l’aspetto economico, che può notevolmente differire da una procedura all’altra. 

Quanto dura un ponte dentale e come gestirlo

La durata media di un ponte dentale è piuttosto lunga: va infatti dai 5 ai 15 anni a seconda della cura e delle accortezze che un paziente impiega nella propria igiene orale quotidiana.

Per garantire una buona durata del ponte è infatti necessario che il paziente segua questi consigli di salute orale:

  • lavare accuratamente i denti dopo ogni pasto;
  • utilizzare quotidianamente il filo interdentale;
  • ricorrere al collutorio con cadenza regolare;
  • sottoporsi periodicamente a sedute professionali di igiene dentale.

Queste accortezze, sempre utili per favorire e mantenere una corretta igiene orale e una buona dentatura, si rivelano particolarmente indicate per allungare la vita di un ponte dentale e conservare nel tempo un sorriso sano e felice. 

Quanto costa un ponte dentale?

Stabilire quanto costa un ponte dentale non è possibile in modo universale, poiché il prezzo finale dipende da una serie di variabili cliniche e tecniche che devono essere valutate individualmente per ogni paziente. Tuttavia, possiamo identificare i principali fattori che influenzano il costo di questo tipo di protesi dentaria, tra i più richiesti per sostituire uno o più denti mancanti.

1. Numero di denti da sostituire

Un ponte che copre la mancanza di un singolo dente avrà un costo sensibilmente inferiore rispetto a una struttura destinata a rimpiazzare tre o più denti. Il numero di elementi protesici incide direttamente sui materiali necessari, sul lavoro dell’odontotecnico e sul tempo clinico impiegato per la realizzazione.

2. Materiali utilizzati

I materiali del ponte dentale giocano un ruolo centrale nella determinazione del prezzo. Le soluzioni più economiche includono i ponti in metallo-ceramica, che offrono buona resistenza ma un’estetica limitata. Se si desidera un risultato visivo più naturale, si può optare per:

  • Ponte in ceramica integrale: eccellente resa estetica, ideale per i settori anteriori;
  • Ponte in zirconia: grande biocompatibilità, elevata resistenza e ottima estetica, ma con un costo superiore.

3. Tipologia di ponte

Il tipo di ponte influisce in maniera significativa sulla spesa complessiva:

  • Ponte tradizionale: ancorato ai denti naturali adiacenti, è in genere più accessibile;
  • Ponte su impianti dentali: richiede l’inserimento di impianti dentali, aumentando i costi per via dell’intervento chirurgico e dei materiali implantari.

Per questo motivo è fondamentale eseguire una valutazione personalizzata presso uno studio dentistico qualificato, che possa analizzare lo stato di salute del cavo orale e proporre la soluzione protesica più adatta, con un preventivo chiaro e dettagliato.

In media, in Italia, il costo di un ponte dentale fisso può variare da 600 a oltre 2.000 euro, a seconda della complessità del caso e delle scelte effettuate in termini di materiali e

A chi rivolgersi per mettere un ponte dentale a Firenze e in Toscana

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dentista Paolo Francesco Orlando

Dott. Paolo Francesco Orlando

Chirurgo implantologo e odontoiatra che vanta una grande esperienza anche nell’innesto di impianti con poco osso. Iscritto all'ordine dei medici di Firenze con iscrizione albo di n. 967 si occupa di implantologia dentale e ortodonzia.

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